Dal 1° luglio in Francia è entrato in vigore il salario minimo anche per gli autisti di camion. Prima della Francia già altri paesi, Germania in testa, avevano preso analoghe iniziative. Disposizioni motivate dalla volontà di combattere la concorrenza sleale, che non piacciono però alla Commissione UE, che ha aperto una procedura d’infrazione sia per Francia che per Germania.

Una presa di posizione che lascia scettica la CNA Fita, secondo la quale in questo modo si confonde «un principio di libertà economica e di circolazione di merci e persone con una sostanziale deregulation» e soprattutto ci si disinteressa del fatto che «polacchi, ungheresi o rumeni entrano a gamba tesa nei mercati nazionali di interi comparti, in questo caso quello dell’autotrasporto, con costi operativi non equiparabili e portatori di un vero e proprio dumping distruttivo». La cosa è doppiamente grave, secondo l’associazione artigiana, perché finisce non soltanto per distruggere l’autotrasporto e l’economia dei singoli paesi, «ma si mina alle basi il processo che ha reso possibile l’unificazione del vecchio continente».

Secondo  di CNA Fita, «aprire oggi una procedura d’infrazione contro Francia e Germania, perché da sole si sono attivate a tamponare l’inefficienza di un processo europeo che perde di vista il tema centrale dell’armonizzazione dei costi di un’unione economica, è sintomo di ottusità e semplicioneria, mali tipici di una burocrazia inutile e sganciata da una visione politica».

E in Italia? Nel nostro paese – risponde Franchini – «il Governo a parole sembra condividere… alle parole però dovrebbero seguire i fatti e oggi ai fatti di Francia e Germania seguono quelli preoccupanti di Bruxelles che auspichiamo possano trovare il nostro Governo fermo a contrastare l’aggressione che l’Est Europa sta portando all’economia dei paesi fondatori approfittandosi del principio unitario».