Oggi nei corrispettivi della filiera dell’autotrasporto è vietato utilizzare contanti. Un divieto introdotto dall’art. 32 bis, comma 4, del decreto legge Sblocca Italia che trova tutti d’accordo. Prova ne sia che appena si è diffusa la notizia che il governo avrebbe introdotto nella legge di Stabilità la rimozione di questo divieto, per portare il limite di utilizzo di contante a 3.000 euro, in poche ore all’indirizzo di palazzo Chigi sono arrivate dal settore due segnali netti per esprimere piena contrarietà a questa norma.
Unatras, nel comunicato con cui diffonde la convocazione delle associazioni dell’autotrasporto per il prossimo 27 ottobre da parte del ministero, mette subito le mani avanti. E pur ribadendo il massimo spirito di collaborazione, trova il modo in poche righe di esprimere chiara e tonda la propria contrarietà a “norme che non aiutano le imprese, come quella che vorrebbe eliminare il divieto di utilizzo del contante per i corrispettivi della filiera dell’autotrasporto”. Come a dire, incontriamoci e parliamo, ma evitiamo di prendere iniziative di questo tipo.
Sempre nelle stesse ore anche Cinzia Franchini, presidente di CNA-Fita, si era detta contraria alla misura. E dopo aver ricordato che l’azzeramento della soglia minima di utilizzo di contante nell’autotrasporto aveva “reso di fatto la tracciabilità un obbligo di legge al 100%”, sottolinea come per completare quel percorso sarebbe stato opportuno individuare anche le sanzioni per il mancato rispetto della norma, che non erano state inserite nell’articolato legislativo. “Oggi invece nella legge di Stabilità – scrive Franchini – se ne prevede addirittura la totale abolizione. Avallare questa impostazione sarebbe un autogol imperdonabile che renderebbe un grande favore a chi da tempo nel crimine organizzato porta avanti precise strategie di infiltrazione e radicamento nel tessuto produttivo dei trasporti e della logistica