Con l’abusivismo non si può accettare di convivere. E’ quanto sostengono le acconciatrici di Comacchio rappresentate dalla Cna, che ne hanno voluto fare oggetto di un incontro con l’Amministrazione comunale di Comacchio, per chiedere di intensificare i controlli volti a sanzionare le attività abusive nel settore dell’acconciatura. Alla riunione erano presenti l’assessore alle Attività produttive di Comacchio, Sergio Provasi e il Comandante della Polizia Municipale Paolo Claps, mentre per la Cna hanno partecipato il presidente e il responsabile dell’Area Delta, Giordano Conti e Luca Corteggiani, il responsabile dell’Unione Cna Servizi alla persona, Francesco Robboni e le imprenditrici di Comacchio Elisa Bigoni e Alice Zannini.

Negli ultimi mesi, infatti, l’abusivismo nel settore pare notevolmente accresciuto in modo visibile, contando alcune decine di attività, che esercitano fuori dalle regole il mestiere di parrucchiere, addirittura con sede fissa a Comacchio. C’è poi chi svolge attività itinerante, facendosi pubblicità con bigliettini e volantini nelle buchette e addirittura sul lungomare. “E’ un fenomeno sotto gli occhi di tutti – afferma Elisa Bigoni – e che non si può più ignorare. Bisogna che si sappia che queste persone non pagano le tasse e fanno concorrenza sleale a chi invece le paga regolarmente e cerca di lavorare con professionalità e serietà”.

Per questo, le parrucchiere e i dirigenti Cna hanno chiesto al Comune di effettuare controlli approfonditi sulle attività segnalate, verificandone i requisiti all’esercizio della professione e il rispetto delle leggi, richiesta al quale l’assessore Provasi e il Comandante della polizia municipale si sono mostrati attenti, assicurando l’impegno dell’Amministrazione in questo senso.

“La crisi ha prodotto conseguenze pesanti sulla categoria – spiega Francesco Robboni – per questo è ancora meno tollerabile tacere sull’abusivismo, che danneggia pesantemente chi il proprio mestiere lo fa seriamente, stando alle regole e con una professionalità costruita attraverso la formazione continua, l’utilizzo di prodotti sicuri e di qualità, e la serietà verso la propria clientela”.
Tutto questo l’abusivo non lo dà. “Perché lo Stato chiude gli occhi di fronte a queste forme di evasione fiscale così evidenti? – si chiede Samanta Luciani – Ma noi imprese in regola, che facciamo fatica a tirare avanti, perché la crisi colpisce e anche perché strozzate dalle tasse, non possiamo ignorare che ci tocca di pagare anche per quelli che non lo fanno”.

L’abusivismo non è certo una risposta ai problemi attuali, di fronte a cui si può chiudere gli occhi, dunque, secondo Cna. Né per lo Stato, né per le imprese in regola e neanche i consumatori che utilizzano questo tipo di servizi: “Senza alcun requisito di professionalità – sottolineano le acconciatrici – e soprattutto a rischio della loro salute”.