Il presidente provinciale di CNA, Davide Bellotti: “modificare le regole è essenziale per rilanciare il turismo della nostra costa” – Non ci sarà deregolamentazione: le decisioni verranno prese a livello comunale – La Giunta Bonaccini deciderà il 2 aprile

 

beach 3499472 640“Dobbiamo sostenere tutti insieme la proposta di modifica del regolamento regionale sulle serate in spiaggia, che marted 2 aprile verrà discussa dalla Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna.” 

Il Presidente provinciale della Cna di Ferrara, Davide Bellotti, lancia un appello a tutte le associazioni di categoria del territorio: “cambiare quel regolamento ormai superato è essenziale – spiega Bellotti – serve a rilanciare il turismo della nostra costa, dando più libertà agli stabilimenti balneari nell’organizzazione di serate musicali e occasioni di divertimento in spiaggia.”
Le regole attualmente in vigore fanno riferimento a una delibera della Regione Emilia Romagna (Delibera Regionale n. 45 del 21 gennaio 2002) che fissava in un massimo di 16 le occasioni di musica e discoteca in spiaggia che possono essere proposte dagli stabilimenti balneari. La delibera prendeva spunto dalla legge reigonale del 2001 in materia di inquinamento acustico.
Lo scorso 25 marzo, in occasione del Tavolo del turismo di Comacchio, le associazioni di categoria si erano espresse favorevolmente nei confronti della proposta di modifica: “ci auguriamo – spiega Bellotti – che da allora non abbiano cambiato posizione”.
E’ importante sottolineare che la proposta di modifica del regolamento regionale non comporterebbe alcuna deregolamentazione della materia: “più semplicemente – sottolinea il Presidente provinciale di CNA – si permetterà ai Comuni, nella loro autonomia, di fissare il numero massimo di serate che ogni stabilimento balneare potrà organizzare nell’arco di una stagione. In questo modo ciascun Comune, in accordo con gli imprenditori del settore, potrà mettere armonizzare le proprie regole alle specifiche esigenze di sviluppo e promozione turistica del territorio, senza dimenticare le esigenze di tutela”.
Alla luce di tutte queste considerazioni, conclude Bellotti, “sarebbe davvero incomprensibile se qualche associazione di categoria decidesse di dissociarsi da questa battaglia comune”.