La mattina presto in azienda, per prendere nota degli ordini da smaltire e organizzare la giornata di lavoro, poi via nei cantieri, insieme ad operai e ai tecnici, sotto la supervisione dei capicantiere; infine, in sede, per fare il punto sullo stato dei lavori e i problemi riscontrati. Insomma, una «normale» giornata di una impresa di impianti elettrici, quella vissuta dai giovani dell’Ipsia che, a turno, hanno potuto constatarne il funzionamento, seguiti personalmente dallo stesso titolare.
L’iniziativa si è potuta realizzare, qualche tempo fa, grazie alla convenzione stipulata da Cna con l’IIS “Copernico-Carpeggiani”, e in particolare con l’Ipsia Ercole I D’Este, per la formazione professionalizzante degli studenti, nell’ambito di imprese associate alla Cna di diversi settori attinenti agli studi dei ragazzi.
La professoressa Anna Guglielmetti, referente per l’orientamento in uscita e l’alternanza scuola – lavoro, si è occupata fin dall’inizio del progetto, convinta che “l’inserimento e la formazione professionalizzante dei giovani richiede il coinvolgimento delle imprese del territorio, che debbono poter partecipare direttamente alla programmazione degli interventi”.
Tra i diversi imprenditori disponibili, un gruppo di manutentori elettrici e tecnologici – Gabriele Pozzati, Manuele Marani, Gianni Telloli e Roberto Bertazza – che hanno svolto una giornata a carattere orientativo-formativo rivolta alla classe IVA dell’Ipsia, che sta formando i futuri impiantisti elettrici, per parlare di cosa significhi oggi fare impresa, di quali lavori siano richiesti, delle diverse problematiche tecniche e delle nuove tecnologie che stanno cambiando la professione, come ad esempio la domotica.
“Con il cellulare si comandano a distanza, per mezzo di una telecamera, strumenti e attrezzature domestiche – spiega Manuele Marani, un’impresa a Dogato, che si occupa di impianti elettrici civili e industriali, impianti di trasmissione dati e sistemi di antintrusione e sorveglianza, climatizzazione, ecc. – I ragazzi sono rimasti davvero sorpresi dei passi in avanti compiuti dalla tecnologia e della loro influenza sulla vita delle persone”.
Ma l’imprenditore non si è limitato a mostrare, ha voluto rendere i ragazzi partecipi della concreta e quotidiana vita della propria impresa, convinto che bisogna immergersi dentro la realtà per capire se la propria scelta professionale è quella giusta. “Forse perché io stesso sono padre – puntualizza Marani – ritengo importante che un giovane sappia cosa c’è dopo la scuola. Da 20 anni inserisco stagisti in azienda e diversi dei miei dieci dipendenti sono stati assunti al termine di un percorso professionalizzante”.
Così, vengono organizzati due turni di formazione sul campo, ciascuno di quattro giovani, corredati di tutti i permessi per garantirne la sicurezza all’interno di cantieri e luoghi di lavoro. “Ho voluto . argomenta Marani – che seguissero, passo dopo passo, ogni fase della giornata di lavoro, per confrontare quello che studiano a scuola con la realtà pratica di un’azienda in una normale giornata di attività. Ragazzi, ho detto loro: questo è quello che vi aspetta, se volete fare questo mestiere. Se pensate che non vi piace, non perdete tempo e dedicatevi ad altro”.
Una esperienza davvero istruttiva, a giudizio della professoressa Guglielmetti. “Sono percorsi che, non comunemente, ai nostri giovani capita di realizzare attraverso gli stages. Hanno la possibilità di sperimentare le proprie capacità nel lavoro concreto dell’impresa e conoscere tecnologie innovative, non disponibili presso i nostri laboratori. Alla fine, i giovani interessati sono stati più che contenti dell’esperienza. Ci hanno chiesto quando poter ripetere l’esperienza e anche i loro amici delle altre classi vorrebbero utilizzare questa opportunità”.